Il Consiglio Nazionale Forense è l’organismo di rappresentanza dell’Ordine degli avvocati, è composto da membri eletti su base territoriale e possiede funzioni diverse che spaziano dalla conservazione degli Albi, alle consultazioni con il Ministero della Giustizia e all’approvazione dei programmi negli enti di formazioni per avvocati.
In merito a questo ultimo punto il Consiglio Nazionale Forense ha recentemente deliberato un aggiornamento in merito all’acquisizione dei crediti per la formazione professionale degli avvocati.
Tale percorso formativo obbligatorio nel triennio e comprendente il limite minimo di 60 crediti formativi totali, dovrà necessariamente comprendere anche materie nuove non inserite nei precedenti percorsi di studio universitario.
In sintesi, ci dovranno essere anche materie post lauream diversificate ed eterogenee al fine di centrare l’obiettivo principale di questi percorsi formativi: fornire esperienze di crescita individuale e collettiva allo scopo di influire positivamente sull’intera comunità pubblica.
Questo significa che l’avvocato dovrà seguire corsi, anche in modalità a distanza, in materie non trattate durante gli anni di formazione universitaria. Anche materie come, ad esempio, la deontologia forense, la mediazione, la conciliazione dovranno quindi comparire all’interno dei 60 crediti obbligatori stabiliti dal Consiglio Nazionale Forense.
Questo aspetto è stato stabilito dalla sentenza 331 del 2016 deliberata dal Consiglio Nazionale Forense e pubblicata ufficialmente nel sito web istituzionale a fine maggio del 2017. La sanzione disciplinare per il mancato assolvimento di quest’obbligo è la censura dall’Albo degli Avvocati.
Master, gruppi di lavoro, giornate formative, seminari, corsi in aula e in modalità e-learning: sono tutte le possibilità a disposizione per conseguire i crediti per la formazione professionale degli avvocati obbligatoria.
Questa formazione non deve essere intesa come un obbligo scomodo o una "raccolta punti" ma dovrebbe essere un’esperienza inserita in una visione più ampia del sapere che spazia da tematiche contemporanee, come i reati informatici, alle scienze sociali come il diritto di famiglia.
In altre parole i corsi dovrebbero mirare ad evidenziare la centralità del ruolo dell’avvocatura nella società civile e democratica.
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